IL RISTORANTE
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Dal 2011 Cesare è tornato alla Bottega Ristorante, nello stesso luogo costruito in parte con le sue mani negli anni ’80, cui si arriva per un vialetto che sale tra cespugli di lavanda e roseti dai fiori rossi, gialli e arancio, sopra l’acetaia che trent’anni fa ha inventato e dove ha fatto maturare gli aceti pregiati di Moscato, di Dolcetto, di Barolo.
Cesare è ritornato a casa con l’energia e l’entusiasmo di sempre, con la fierezza dei suoi progetti che include una piena consapevolezza nei propri mezzi e un po’ di temerarietà, perché sa bene che può inventare per tanti amici e per nuovi clienti piatti perfetti, serate indimenticabili davanti al camino, riscaldate dal fuoco ma anche dal calore dell’amicizia e dal piacere di fare quattro chiacchiere davanti ad un buon piatto e a un buon bicchiere in un’atmosfera che sa di pace, di tempo che scorre un po’ più lento, di serenità, in poche parole di quello che rende la vita più lieve e interessante.
Cesare, che ha imparato l’arte della cucina da tanti maestri e insieme a tanti amici, ma che soprattutto ha elaborato quelle conoscenze e quelle esperienze assimilandole alla sua persona e alla sua sensibilità, reinventa piatti antichi e insieme nuovi, accostamenti semplici e insieme sorprendenti, sovrapposizioni ed esplosioni di profumo, gusto, colore.
E allora chi arriva fino al crinale ventoso di Albaretto, nell’ edificio posto all’ingresso del paese circondato da un giardino dove il gelso, il ciliegio, il pero e l’olmo si affiancano alla quercia e ai pini (e ogni albero è stato scelto e disposto con cura), vede arrivare dalla nuova cucina ampia e ben attrezzata insalatine di anatra con salsa di frutta, polentina con salsa di castagne e tartufo bianco, le cipolle al sale, la galantina, i porcini con le pesche dedicate all’amico Willsberger (che sin dai primi anni è arrivato dalla Germania per ammirare Cesare e la sua cucina e ne ha parlato sul suo prestigioso giornale), i sancrau; e poi il risotto con tartufo, il minestrone con castagne e costine di maiale, la faraona farcita e l’indimenticabile capretto allo spiedo, e per finire lo zabaglione al Moscato o al Marsala, il sorbetto all’aceto di Moscato e rosmarino e la torta di nocciola “roTonda di Langa”. |
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LA BOTTEGA
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Insieme al Ristorante, Cesare ha riaperto anche la Bottega. Riaperto perché questa era la gestione di suo padre Filippo; “i miei avevano l’osteria e vendevano un po’ di merci, c’era la mucca e mio padre faceva anche il barbiere”, così ricorda Cesare di quegli anni, raccontati da Beppe Fenoglio, e spiega che si portava dentro da anni l’idea, ma non c’era mai stato il tempo; adesso è arrivato il momento adatto.
Ci sono pochi articoli nella Bottega. Alcuni hanno confezioni preziose con scatole ed etichette d’autore (soprattutto dell’amico Gianni Gallo), altri un aspetto più semplice, ma tutti si trovano nella bottega per un motivo preciso: sono prodotti scelti, molto buoni e di qualità garantita, usati da Cesare giornalmente e sono prodotti di amici, che spesso si siedono ai tavoli della sala da pranzo per gustare i piatti e i menù.
In testa gli Aceti, quelli che nacquero una trentina di anni fa dalla condivisione di un antico sogno di Cesare con la competenza dell’enologo Armando Cordero, che ora Oscar, uno dei figli di Cesare, cura, invecchia e imbottiglia. Sono gli Aceti di Moscato, di Dolcetto, di Barolo o i più recenti Bianco e Rosso con l’airone, disegnato da Gianni Gallo, serigrafato sulla bottiglia e che è un privilegio portarsi a casa nella speranza di prolungare in qualche modo certi sapori e certi profumi.
E le torte - la “roTonda di Langa” - che da sempre chiudono la cena di Cesare con la dolcezza un po’ amarognola della pastafrolla e delle nocciole.
E poi la pasta, i tajarin, le farine di meliga e di grano, il sale “Cristalerbe”, vari tipi di olio extravergine di oliva, il riso e naturalmente i vini. |
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LA CANTINA |
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Quali vini si bevono al Ristorante di Cesare? I vini delle Langhe, la risposta è semplice e nello stesso tempo completa. I piatti di Cesare sono costruiti con tutta la genialità immaginabile, ma affondano radici solide nei prodotti di Langa e quindi si sposano con i suoi vini.
Si comincia con le Bollicine di Nebbiolo; per i bianchi vengono proposti Chardonnay e Arneis; poi con i diversi piatti il Dolcetto di Dogliani, la Barbera, il Nebbiolo, e naturalmente Barolo e Barbaresco. Per i dolci c’è il Moscato.
Un posto a parte occupa un Barolo di La Morra, quello di Pierangelo Bosco, marito di Elisa, la primogenita di Cesare |
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